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diventare traduttore senza laurea
Thread poster: arual82
Cecilia Di Vita
Cecilia Di Vita  Identity Verified
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Ok spacchiamo pure il capello in 2 Nov 30, 2007

transparx wrote:

Cecilia Di Vita wrote:

posso rispondere con un "argh"?

Ad esempio potresti pensare di lavorare nell'ufficio estero di una qualche azienda, farti un po' di ossa nel suo settore e sulla relativa terminologia e poi magare pensarti di specializzarti in quel campo per le traduzioni... ma pensare di partire così, su due piedi, dal nulla, senza nessuna tipo di formazione specifica... beh, mi sembra quantomeno presuntuoso e pretenzioso.

Inoltre, prima di pensare alle lingue straniere, ti do come consiglio veramente spassionato quello di curare l'italiano....

Cecilia


Ciao Cecilia,
mi sembra che arula82 non sia l'unica a dover pensare di curare un po' l'italiano.



Ciao, hai ragione a sottolineare gli errori di battitura nel mio intervento. Perché immagino tu sia ben conscio che si tratta di errori di battitura e non di errori ortografici e/o grammaticali.
Comunque, negli interventi precedenti su questo forum circa la lingua italiana ho sempre sostenuto che per una professione come quella del traduttore sia indispensabile avere una conoscenza e una padronanza *quasi perfetta* della lingua di arrivo, soprattutto mi dispiace ma non transigo su queste cose (un po', qual è, e altre amenità di cui si è già ampiamente discusso) che in Italia (almeno ai miei tempi) insegnavano alle elementari.
Dopodiché, concordo sul fatto che le lingue siano sempre in evoluzione, ma quando si usano certe forme *scorrette* magari oggi ampiamente accettate bisogna esserne consci e avere la sensibilità adeguata circa l'uso della lingua che mi aspetto da uno che fa - o pretende di fare - un mestiere come il nostro. Cioè, se io dico "mi piace mangiare il pesce piuttosto che la carne piuttosto che le verdure", sono ben conscia che sto usando la lingua in maniera *forzata* - seppur ampiamente accettata - ma voluta per ottenere certi effetti che magari in quel contesto mi interessano di più dell'uso *puro* della lingua.
Al contrario, non posso accettare (forse a causa della mia formazione un po' rigida in materia, non so) quegli errori fatti senza la consapevolezza di farli. Ripeto, un traduttore deve avere una sensibilità linguistica molto superiore alla media del resto dei parlanti nativi di quella lingua, altrimenti dove sta il valore aggiunto?

scusate l'OT.

Cecilia


 
sonia parpi
sonia parpi
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la mia opinione Nov 30, 2007

Devo dire che leggendo il topic e le varie risposte, la mia prima reazione è stata uguale a quella di Cecilia, pensando ai miei studi universitari dedicati proprio ad imparare qualcosa di più che delle "semplici" lingue straniere.
I corsi universitari di traduzione, effettivamente, danno un'impostazione un po' più precisa su "come" lavorare su un testo da tradurre. La conoscenza della lingua straniera è solo il punto di partenza.
Ripensando però anche a quello che ho fatto dopo
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Devo dire che leggendo il topic e le varie risposte, la mia prima reazione è stata uguale a quella di Cecilia, pensando ai miei studi universitari dedicati proprio ad imparare qualcosa di più che delle "semplici" lingue straniere.
I corsi universitari di traduzione, effettivamente, danno un'impostazione un po' più precisa su "come" lavorare su un testo da tradurre. La conoscenza della lingua straniera è solo il punto di partenza.
Ripensando però anche a quello che ho fatto dopo e che sto facendo ora, posso dirti che la preparazione universitaria mi è servita anche se non lavoro come pura e semplice traduttrice, ma non è probabilmente l'unica via per diventare traduttori: ci sono ad esempio degli ottimi corsi di specializzazione (che durano molto meno dei corsi universitari e a volte, almeno per quel che mi riguarda, insegnano alcune cose molto più pratiche), oppure si può seguire la via del "mondo del lavoro".
Io personalmente posso consigliarti di provare a lavorare in qualche azienda, dove avrai sicuramente modo di fare un po' di esperienza con le lingue e la traduzione: ti assicuro che si imparano molte cose, non solo per quanto riguarda le lingue, che ti potranno magari essere utili per poi decidere di intraprendere l'attività di traduttrice.




[Edited at 2007-11-30 12:12]
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transparx
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OK... Dec 1, 2007

Cecilia Di Vita wrote:
Ciao, hai ragione a sottolineare gli errori di battitura nel mio intervento. Perché immagino tu sia ben conscio che si tratta di errori di battitura e non di errori ortografici e/o grammaticali.

brava... altrimenti non mi sarei permesso...
Ma mi sembra che un traduttore responsabile debba anche stare attento agli errori di battitura. Non che io non ne faccia, ma non mi lamento degli altri.

Cecilia Di Vita wrote:
Comunque, negli interventi precedenti su questo forum circa la lingua italiana ho sempre sostenuto che per una professione come quella del traduttore sia indispensabile avere una conoscenza e una padronanza *quasi perfetta* della lingua di arrivo, soprattutto mi dispiace ma non transigo su queste cose (un po', qual è, e altre amenità di cui si è già ampiamente discusso) che in Italia (almeno ai miei tempi) insegnavano alle elementari.

Sì, ma la padronanza quasi perfetta, che io sappia, non ha una strict deadline. Molti anni fa, ebbe inizio un programma chiamato Non è mai troppo tardi. L'hai mai visto? Nonostante questo programma avesse obiettivi diversi --senz'altro più ristretti-- non vedo perché lo stesso concetto non possa venire applicato al campo della traduzione.

So bene qual è la tua posizione riguardo alla lingua, e la rispetto --sebbene non la condivida. Il problema, però, è altrove. Mi sembra strano vedere che una persona giovane consigli a un'altra persona giovane di fare qualcos'altro. Se non sbaglio, arula82 non ci chiedeva se, secondo noi, lei ha la stoffa per diventare traduttrice --let alone una grande traduttrice (ci sono infatti livelli e livelli). No, arula82 ci chiedeva semplicemente se si può diventare traduttori anche senza una laurea.

È ovvio che tu scrivi bene. Senz'altro ti sarai impegnata tantissimo --e magari sei stata anche fortunata. Altri lo sono di meno. Ever heard of Jean Genet, per esempio? btw, spero tu non trovi il code-switching e/o il code-mixing una pratica su cui non transigere; la mia è una scelta.

Come dicevo, il problema è altrove e ha a che fare con gli atteggiamenti che noi --parlanti, linguisti, traduttori, ecc.-- abbiamo rispetto non solo alla lingua ma anche, e soprattutto, ai fruitori della stessa.

In qualità di linguista e di educatore, non me la sento di dire che l'italiano di arula82 sia di un livello così basso da non consentirle di intraprendere la carriera di traduttrice. Evidentemente, per te non è così.

Arula82 ha scritto: "A me piacciono molto le lingue e parlo molto bene lo spagnolo". Perché scoraggiarla? Perché rispondere, guarda, secondo me, ti conviene lavorare in azienda --almeno fino a quando non sei pronta per fare la traduttrice. A tradurre si impara traducendo, non lavorando in un'azienda!

E mi fermo qui.

Per AlessandraDL:
No, non intendevo riferirmi all'Accademia della Crusca...

***
editato per correggere uno dei perché. Avevo scritto perchè --errore di battitura...

[Edited at 2007-12-02 06:43]


 
Gabi Ancarol (X)
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OT... (mica tanto) Dec 2, 2007

transparx wrote:

Ever heard of Jean Genet, per esempio? btw, spero tu non trovi il code-switching e/o il code-mixing una pratica su cui non transigere; la mia è una scelta.



dimmi cosa leggi... e ti dirò quanto sono d'accordo con quello che leggi

Un bacio Nino.

Gabi


 
Monica Paola Burattini
Monica Paola Burattini  Identity Verified
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Ciao, Dec 3, 2007

conosco una persona in condizioni simili alla tua che conosce bene 3 lingue, avendo vissuto quasi sempre all'estero, e che ora sta pensando di dedicarsi alla traduzione.
Probabilmente parla queste lingue meglio di me, ma messa davanti a un testo tecnico era totalmente persa e il risultato terrribile.
Perciò se la domanda fosse "serve la laurea in Lingue?" risponderei di no, assolutamente no.
Se la domanda fosse "serve la laurea in Lingue indirizzo Traduzione?" risponderei di s
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conosco una persona in condizioni simili alla tua che conosce bene 3 lingue, avendo vissuto quasi sempre all'estero, e che ora sta pensando di dedicarsi alla traduzione.
Probabilmente parla queste lingue meglio di me, ma messa davanti a un testo tecnico era totalmente persa e il risultato terrribile.
Perciò se la domanda fosse "serve la laurea in Lingue?" risponderei di no, assolutamente no.
Se la domanda fosse "serve la laurea in Lingue indirizzo Traduzione?" risponderei di sì.
Anche per la traduzione letteraria è molto utile, ma soprattutto per quella in ambito tecnico-scientifico.
Credo che almeno dovresti procurarti qualche libro di testo per l'università in modo da non essere totalmente allo sbaraglio con i primi lavori!
Solo un'opinione
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Salvatore Costanzo
Salvatore Costanzo
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Ha davvero importanza...? Dec 4, 2007

Non capisco tutta questa ossessione verso l'ortografia o gli errori di battitura, perlomeno in un ambiente come il forum dove si discute informalmente coi colleghi! E' sottointeso che è necessario assicurasi che la punteggiatura e l'ortografia risultino impeccabili in un lavoro di traduzione(ci mancherebbe!), ma non la vedo così tragica scrivere pò invece di po'! Io, anche per pigrizia lo ammetto, molto volte lascio fare il controllo ortografico a Word e poi rileggo per evidenziare eventuali ... See more
Non capisco tutta questa ossessione verso l'ortografia o gli errori di battitura, perlomeno in un ambiente come il forum dove si discute informalmente coi colleghi! E' sottointeso che è necessario assicurasi che la punteggiatura e l'ortografia risultino impeccabili in un lavoro di traduzione(ci mancherebbe!), ma non la vedo così tragica scrivere pò invece di po'! Io, anche per pigrizia lo ammetto, molto volte lascio fare il controllo ortografico a Word e poi rileggo per evidenziare eventuali e(o)rrori ortografici, anche perchè sulla tastiera del portatile risulta un pò ostico mettere certi accenti!

Per quanto riguarda la laurea... ti aiuta a fare curriculum, ma sulla sua utilità ci sarebbe da discutere! Comunque se hai tempo e, soprattutto voglia, ti consiglio di laurearti, dopotutto è pur sempre uno strumento di formazione. Tuttavia ritornando al tuo topic, per me sono molto più formativi i corsi e i seminari sulla traduzione(come ti è stato già saggiamente suggerito), ma soprattutto il tuo impegno e la tua passione nell'esercitarti a tradurre!

Un saluto e un grande in bocca al lupo per il tuo futuro professionale!
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Cecilia Di Vita
Cecilia Di Vita  Identity Verified
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ultime considerazioni Dec 4, 2007

transparx wrote:

brava... altrimenti non mi sarei permesso...
Ma mi sembra che un traduttore responsabile debba anche stare attento agli errori di battitura. Non che io non ne faccia, ma non mi lamento degli altri.


ok, touché



Sì, ma la padronanza quasi perfetta, che io sappia, non ha una strict deadline. Molti anni fa, ebbe inizio un programma chiamato Non è mai troppo tardi. L'hai mai visto? Nonostante questo programma avesse obiettivi diversi --senz'altro più ristretti-- non vedo perché lo stesso concetto non possa venire applicato al campo della traduzione.


mi spiace ma qua non sono d'accordo. Voglio dire: a noi - l'ho già detto ma lo ripeto - al primo anno di università ci obbligavano a fare i riassunti in italiano perché gente della mia età non era in grado e infarciva i propri scritti di errori di ortografia... sarà stato quello a farmi sviluppare la convinzione che un traduttore o aspirante tale debba conoscere *quasi alla perfezione* la lingua di arrivo, ovvero la sua lingua madre. E sottolineo *quasi alla perfezione* perché giustamente, come dici tu, ci sono sempre molti margini di miglioramento. Ah, e per la cronaca, forse sono un po' troppo giovane per il programma che mi hai citato...


So bene qual è la tua posizione riguardo alla lingua, e la rispetto --sebbene non la condivida. Il problema, però, è altrove. Mi sembra strano vedere che una persona giovane consigli a un'altra persona giovane di fare qualcos'altro. Se non sbaglio, arula82 non ci chiedeva se, secondo noi, lei ha la stoffa per diventare traduttrice --let alone una grande traduttrice (ci sono infatti livelli e livelli). No, arula82 ci chiedeva semplicemente se si può diventare traduttori anche senza una laurea.


bah sarà che io sono malata di perfezionismo ma davo per scontato che si parlasse di fare traduzioni *ad alto livello* (di qualità intendo, non di genere). E per fare quello secondo me la preparazione è indispensabile, non basta la conoscenza, per quanto buona, della lingua straniera.


È ovvio che tu scrivi bene. Senz'altro ti sarai impegnata tantissimo --e magari sei stata anche fortunata. Altri lo sono di meno. Ever heard of Jean Genet, per esempio? btw, spero tu non trovi il code-switching e/o il code-mixing una pratica su cui non transigere; la mia è una scelta.


grazie, lo prendo come un complimento e no, non mi dà fastidio il cose switching/mixing, anzi. Sono consapevole che l'italiano non ha gli strumenti adatti ad esprimere certi concetti.


In qualità di linguista e di educatore, non me la sento di dire che l'italiano di arula82 sia di un livello così basso da non consentirle di intraprendere la carriera di traduttrice. Evidentemente, per te non è così.

Arula82 ha scritto: "A me piacciono molto le lingue e parlo molto bene lo spagnolo". Perché scoraggiarla? Perché rispondere, guarda, secondo me, ti conviene lavorare in azienda --almeno fino a quando non sei pronta per fare la traduttrice. A tradurre si impara traducendo, non lavorando in un'azienda!


No scusa, io non ho detto che lei non può intraprendere la carriera di traduttrice. Ho invitato a ragionare sul fatto che non è l'unica carriera possibile che può intraprendere una persona che sa bene le lingue. Ma lo dicevo perché mi sembra che molta - forse troppa - gente prenda sotto gamba il mestiere del traduttore, tutto qua. Poi ci lamentiamo delle offerte al ribasso, del dumping, degli studenti che "rubano" i lavori ecc. ecc. Francamente mi sembra un atteggiamento talmente buonista che quasi sconfina nell'ipocrita. Senza offesa, of course.


adesso lancio il topic, poi sicuramente dovrò ricorre ad un editing a causa degli errori di battitura


 
Emanuela Clodomiro
Emanuela Clodomiro  Identity Verified
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Sempre lo stesso discorso Dec 5, 2007

Perchè un avvocato ha bisogno della laurea in legge, un medico in medicina ed un ingeniere in ingenieria e, invece, tutti possono fare i traduttori?

A questo punto chiudiamo tutte le scuole per interpreti e traduttori e le lauree in traduzione. Non vale la pena ammazzarsi tanto per niente.

Credo anche che ci sia molta differenza tra una semplice laurea in lingue e una laurea in traduzione. Tutti i colleghi di lingue si lamentano che i piani di studio includono troppe m
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Perchè un avvocato ha bisogno della laurea in legge, un medico in medicina ed un ingeniere in ingenieria e, invece, tutti possono fare i traduttori?

A questo punto chiudiamo tutte le scuole per interpreti e traduttori e le lauree in traduzione. Non vale la pena ammazzarsi tanto per niente.

Credo anche che ci sia molta differenza tra una semplice laurea in lingue e una laurea in traduzione. Tutti i colleghi di lingue si lamentano che i piani di studio includono troppe materie che non hanno niente a che vedere con le lingue. Perchè dovremmo avere le stesse competenze allora?

Magari ora attirerò le ire di tutti i colleghi che non hanno una formazione da traduttore, però non credo sia giusto che la nostra categoria sia così sottovalutata e bistrattata.

E’ vero che un traduttore di successo non si valuta solo dai titoli ma credo anche che sia necessaria una formazione in tal senso.

Perdonate lo sfogo ma sono davvero stanca! Ho ingoiato libri di vocaboli, tecniche di traduzione o quant'altro e poi mi ritrovo in cabina "colleghi" che pensano di avere le competenze ed invece entrano nel panico perchè non sono in grado di tradurre.
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Luca Ruella
Luca Ruella  Identity Verified
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Ti quoto Dec 5, 2007

Emanuela Clodomiro wrote:

Perchè un avvocato ha bisogno della laurea in legge, un medico in medicina ed un ingeniere in ingenieria e, invece, tutti possono fare i traduttori?

A questo punto chiudiamo tutte le scuole per interpreti e traduttori e le lauree in traduzione. Non vale la pena ammazzarsi tanto per niente.


Ti quoto in toto. Nel thread sull'AITI ci si lamenta persino che per l'ammissione sia favorito chi ha un titolo di traduttore. Nell'associazione dei traduttori, avranno pur precedenza quelli che hanno un titolo da traduttore dico io?

Che poi questo non sia vincolante è una cosa detta e stradetta (e per provare la mia buona fede, 3 delle mie 4 collaboratrici sono laureate in lingue e non in traduzione) tuttavia ritengo che questo percorso debba rappresentare la norma, mentre ad oggi non è così.

[Edited at 2007-12-05 13:57]


 
gianfranco
gianfranco  Identity Verified
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Sei contraddetta dalla realtà Dec 5, 2007

Emanuela Clodomiro wrote:
Perchè un avvocato ha bisogno della laurea in legge, un medico in medicina ed un ingeniere in ingenieria e, invece, tutti possono fare i traduttori?


Emanuela,
il motivo è da ricercarsi semplicemente nella realtà. Non è un caso e non è del tutto fortuito che anche chi non ha studiato lingue o traduzione possa conoscere bene una o più lingue, sappia scrivere bene e di conseguenza, se possiede tutta una serie di doti specifiche, possa anche tradurre bene.
Se la realtà indiscutibilmente dimostra che è possibile o anche, in molti casi, la soluzione migliore, è inutile lamentarsi o tentare di legiferare in senso contrario. È un'attività culturale, e sulla cultura non si legifera.

Emanuela Clodomiro wrote:
Perdonate lo sfogo ma sono davvero stanca! Ho ingoiato libri di vocaboli, tecniche di traduzione o quant'altro e poi mi ritrovo in cabina "colleghi" che pensano di avere le competenze ed invece entrano nel panico perchè non sono in grado di tradurre.

Se parli di interpretariato sono d'accordo che sono quasi indispensabili una formazione e una tecnica speciale, più tante ore di pratica in ambiente controllato, ovvero un buon corso specifico con bravi insegnanti, che infatti oggigiorno sono la norma più che l'eccezione.
Conosco interpreti bravi, italiani e non italiani, che si sono formati e lavorano da quando le scuole per interpreti non esistevano o erano molto rare, oppure non esistono ancora nel loro paese, e qualcuno di loro ha talento da vendere, ma ammetto che sono casi rari.

Traduzione e interpretariato, del resto, sono due professioni che trovo difficile mettere a fianco, tanto sono diverse tra loro. Le differenze sono molto maggiori, a mio avviso, dei punti di contatto, tanto da richiedere addirittura una "forma mentis" completamente diversa.

ciao
Gianfranco



[Edited at 2007-12-05 14:44]


 
Rita Bilancio
Rita Bilancio  Identity Verified
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chissà perchè se lo dico io mi piovono messaggi di disappunto Dec 5, 2007

Emanuela Clodomiro wrote:

Perchè un avvocato ha bisogno della laurea in legge, un medico in medicina ed un ingeniere in ingenieria e, invece, tutti possono fare i traduttori?

A questo punto chiudiamo tutte le scuole per interpreti e traduttori e le lauree in traduzione. Non vale la pena ammazzarsi tanto per niente.

Credo anche che ci sia molta differenza tra una semplice laurea in lingue e una laurea in traduzione. Tutti i colleghi di lingue si lamentano che i piani di studio includono troppe materie che non hanno niente a che vedere con le lingue. Perchè dovremmo avere le stesse competenze allora?

Magari ora attirerò le ire di tutti i colleghi che non hanno una formazione da traduttore, però non credo sia giusto che la nostra categoria sia così sottovalutata e bistrattata.

E’ vero che un traduttore di successo non si valuta solo dai titoli ma credo anche che sia necessaria una formazione in tal senso.

Perdonate lo sfogo ma sono davvero stanca! Ho ingoiato libri di vocaboli, tecniche di traduzione o quant'altro e poi mi ritrovo in cabina "colleghi" che pensano di avere le competenze ed invece entrano nel panico perchè non sono in grado di tradurre.



Vd. titolo...


 
Chiara Santoriello
Chiara Santoriello  Identity Verified
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La mia risposta a Gianfranco Dec 6, 2007

gianfranco wrote:

Emanuela Clodomiro wrote:
Perchè un avvocato ha bisogno della laurea in legge, un medico in medicina ed un ingeniere in ingenieria e, invece, tutti possono fare i traduttori?


Emanuela,
il motivo è da ricercarsi semplicemente nella realtà. Non è un caso e non è del tutto fortuito che anche chi non ha studiato lingue o traduzione possa conoscere bene una o più lingue, sappia scrivere bene e di conseguenza, se possiede tutta una serie di doti specifiche, possa anche tradurre bene.
Se la realtà indiscutibilmente dimostra che è possibile o anche, in molti casi, la soluzione migliore, è inutile lamentarsi o tentare di legiferare in senso contrario. È un'attività culturale, e sulla cultura non si legifera.

Emanuela Clodomiro wrote:
Perdonate lo sfogo ma sono davvero stanca! Ho ingoiato libri di vocaboli, tecniche di traduzione o quant'altro e poi mi ritrovo in cabina "colleghi" che pensano di avere le competenze ed invece entrano nel panico perchè non sono in grado di tradurre.

Se parli di interpretariato sono d'accordo che sono quasi indispensabili una formazione e una tecnica speciale, più tante ore di pratica in ambiente controllato, ovvero un buon corso specifico con bravi insegnanti, che infatti oggigiorno sono la norma più che l'eccezione.
Conosco interpreti bravi, italiani e non italiani, che si sono formati e lavorano da quando le scuole per interpreti non esistevano o erano molto rare, oppure non esistono ancora nel loro paese, e qualcuno di loro ha talento da vendere, ma ammetto che sono casi rari.

Traduzione e interpretariato, del resto, sono due professioni che trovo difficile mettere a fianco, tanto sono diverse tra loro. Le differenze sono molto maggiori, a mio avviso, dei punti di contatto, tanto da richiedere addirittura una "forma mentis" completamente diversa.

ciao
Gianfranco



[Edited at 2007-12-05 14:44]



Dico semplicemente che conoscere bene le lingue non significa saper tradurre. Ecco perché ritengo che la formazione linguistica per svolgere questa attività sia assolutamente indispensabile.

Saluti
Chiara Santoriello


 
Angie Garbarino
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Distinguere tra simultanea, consecutiva e trattativa Dec 6, 2007

gianfranco wrote:
Se parli di interpretariato sono d'accordo che sono quasi indispensabili una formazione e una tecnica speciale, più tante ore di pratica in ambiente controllato, ovvero un buon corso specifico con bravi insegnanti, che infatti oggigiorno sono la norma più che l'eccezione.
Conosco interpreti bravi, italiani e non italiani, che si sono formati e lavorano da quando le scuole per interpreti non esistevano o erano molto rare, oppure non esistono ancora nel loro paese, e qualcuno di loro ha talento da vendere, ma ammetto che sono casi rari.
ciao
Gianfranco


Intendi parlare di simultanea vero? Perché altrimenti sono costretta a smentirti per esperienza personale, come ho già detto ho cominciato come interprete di trattativa, ho iniziato addirittura quando ancora avevo soltanto il diploma del liceo linguistico e non mi ritengo affatto un talento eccezionale, non ho che una normale predisposizione per le lingue come tutti noi.

Ho notato molta confusione in questo campo, sento addirittura parlare di lingua target, di madrelingua, quando dovrebbe essere pacifico che nell'interpretariato bisogna sapersi esprimere attivamente in entrambe le lingue.

Se invece intendi la simultanea allora sono assolutamente d'accordo, qui ci vuole una preparazione specifica.

Buon inizio giornata a tutti!
P.S. Come si sta in Brasile?

[Edited at 2007-12-06 16:24]


 
Vania Dionisi
Vania Dionisi  Identity Verified
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L'hai detto Dec 6, 2007

Chiara Santoriello wrote:

Dico semplicemente che conoscere bene le lingue non significa saper tradurre. Ecco perché ritengo che la formazione linguistica per svolgere questa attività sia assolutamente indispensabile.



non vedo che cosa c'entri con l'essere diplomati alla scuola interpreti... sono persuasa (prove alla mano) che diverse persone che escono dal corso di laurea appropriato commettono errori imperdonabili di italiano, di comprensione della lingua source o di terminologia specifica, esattamente come li possono commettere persone laureate in lingue o altro. Come ho già detto altre volte, ritengo che i diplomi formali servano in realtà a poco e nulla (NULLA) può sostituire esperienza e talento.

Ma non riusciremo mai a interderci e, finché paragoneremo questa peculiarissima professione con professioni come avvocato, ingegnere o idraulico, non ne verremo mai fuori.


 
Angie Garbarino
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Infatti, (prove alla mano,vedi esempio) Dec 6, 2007

Vania Dionisi wrote:
non vedo che cosa c'entri con l'essere diplomati alla scuola interpreti... sono persuasa (prove alla mano) che diverse persone che escono dal corso di laurea appropriato commettono errori imperdonabili di italiano, di comprensione della lingua source o di terminologia specifica, esattamente come li possono commettere persone laureate in lingue o altro. Come ho già detto altre volte, ritengo che i diplomi formali servano in realtà a poco e nulla (NULLA) può sostituire esperienza e talento


Avrei preferito evitare ma dato che si insiste voglio dirvi che ho revisionato un test di persona qui iscritta e con laurea in traduzione, nel qual testo si leggeva, cito un esempio:

Un spazio per centinaia di migliaia di comunità africanI

nemmeno la semplice regola dell'articolo indeterminativo e concordanza di genere, il test era di sole 200 parole.


 
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